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Ti dedico questa, di
notti, caro...
Di pioggia senza tamerici,
di giorno e notte insieme
nello stesso cielo,
di acqua e di fuoco,
di luce e di buio...
Tutto è qui, ora,
lo respiriamo...
Questa notte
perché mi sento in pugno
la vita,
perché dove gli opposti e
i lontani coesistono
forse anche per due
lontani come noi
c'è posto...
Questo brevissimo istante
di meraviglia,
proprio perché fugace e
irripetibile
ancora più bello,
è già bagaglio di memoria
è già ricchezza in me,
anche se è ancora
spettacolo.
A CHE PUNTO E' LA NOTTE?
Coltiviamo ancora
l'illusione
che il mattino spunti
col suo bagaglio lieve di
luci e colori,
dopo essere passati in
silenzio
attraverso mille punture
di stelle.
Indecisi se amarla
comunque,
questa lenta, inesorabile,
bellissima agonia
di giorni e di notti
che ci balzano incontro,
o temerne
l'ineluttabilità,
sentirne il peso pian
piano aumentare...
Inevitabile sofferenza?
Sì, ma...
con questo odore di nuovo
nell'aria,
con questa luce
sorridente,
con questi fremiti muti ma
forti
leggere vita,
e strade belle su cui
correre
e domani, e rinascite
non è difficile
né incosciente...
A BRANDELLI, TALVOLTA...
Lacerata e disperata,
così spesso sanguinante,
perplessa, confusa,
smarrita,
a mendicare certezze,
conferme, risposte,
carezze...
tanto a brandelli,
talvolta,
da domandarmi se c'è
se ci sia stata mai
una interezza di me
che gli altri possano
riconoscere
come persona...
DI QUESTA ME
che adesso siede
nell'ombra
che nasconde tra le
braccia il viso
che ne farai, domani
quando ti sembrerà pesante
anche soltanto ricordare
il mio nome?
che ne farò, domani
quando l'ombra si
assottiglierà
e impietoso il sole
svelerà le mie rughe?
Non ti sorprendere, addio.
C'è, lo so,
un senso per tutto,
anche per questa neve
che cade a fiocchi pigri,
pesante e capricciosa,
per questo silenzio
irreale,
per questa luce fredda
asettica...
Anche per la morte
e per la sofferenza
che spesso la accompagna
c'è un senso
che noi cerchiamo di
scoprire
invano.
C'è, lo so,
ma ancora non ci spetta.
A noi spetta la neve
da togliere a fatica,
con cui giocare con gioia;
a noi spettano il silenzio
e la luce,
e il fango in cui si
cambierà.
Così come ci spetterà la
primavera
e la terribile dolcezza
del ricominciare
a cercare un senso
che c'è
ma non ora,
più oltre.
Ne avessi, parole,
le scriverei sui muri,
COLORATE
te ne farei collane,
ne intreccerei ghirlande
profumate.
Ne avessi
parole sommesse
o gridate a squarciagola
comunque le direi
ti spiegherei.
Mi aiuteresti a capire.
Ti svegli, una mattina
e scopri che non hai più
nulla da dare.
Le tue mani sono aperte e
vuote,
anche l'ultima crosta di
pane
è stata data via,
anche lo zaino ormai vuoto
sarà compagno di strada di
altre spalle...
e tu, nudo,
mani aperte,
occhi spalancati,
senza più nulla da dare,
non ti sei mai sentito
tanto ricco
Non è questa, non è qui...
E' un'alba nuova quella
che cerchiamo
una nuova strada che
inseguiamo.
Ha il colore dei tuoi
occhi, sempre,
il gusto amaro dei tuoi
silenzi,
la sottile malinconia
dei tuoi passi in
lontananza.
Sei qui, prigioniero per
sempre,
mentre ti allontani a
testa china.
Sei qui, più lontano che
mai,
con il tuo futuro tra le
mani
e poca voglia di
sorridere.
Sei qui, ma forse non ci
sono più io...
NON SOLO PAROLE
Parole...
anche se ami le parole
(non me lo dici ma lo
sento)
anche se pensi con parole
(confuse, forse, ma
allineate)
non è con parole soltanto
che mi hai detto,
ma con gli occhi, le mani,
con qualche raro sorriso,
molti scrollar di spalle,
lunghi silenzi...
Mia disperazione,
mia dannazione.
Scaldami ancora il cuore
prima che il gelo di
questa estate
sia troppo grande
COME DIRE...
Nulla di più difficile
che parlare
che dirsi con crude
lettere,
cristallizzare in fredde
gabbie di suoni
consegnare all'eternità
quello che forme precise spesso
non ha:
soffi, battiti di cuore,
emozioni fugaci
rossori, vampe di luce...
I sentimenti non
appartengono
al mondo delle parole?
Vanno compresi per la
stessa via
da cui ci invadono
(occhi, pelle, sangue,
cuore)?
SOLO PER INGANNARE L'ATTESA
Se cercassi di leggere le
nubi
attraverso questo spesso
muro di nebbia
sarebbe certo fatica meno
inutile
che questo mio disperato
tentativo
di capire me, te, il
mondo,
non so in che ordine
né se in fondo è
importante.
Mi resta, e non c'è chi me
la tolga,
la curiosità di sapere
se m'accomuno in questo a
voi,
s'è costume anche vostro
questo sgomento sentirsi
estranei
non tanto agli altri
ma a se stessi,
abitati da un altro che a
volte,
come se fuori fosse,
e non dentro, tace i
perché,
o almeno li chiude in
fondo a stanze troppo buie
le cui porte aprire è
troppo duro.
So che non posso
chiederti,
ma lo vorrei,
che come in un libro
aperto,
in dolce familiare idioma,
tu mi leggessi, e con un
sorriso
di divertita simpatia
mi spiegassi dolcemente
chi sono.
Sono stanca
ma la voglia di sognare
di avere mete grandi e
lontane
dolorose e entusiasmanti
mi assale ancora
nei momenti più impensati
Ho paura
ma, come sempre, non saprò
fermarmi
dietro una porta chiusa,
e la curiosità, la voglia
di sapere
di capire
continuano a spingermi nel
buio
avanti,
anche col batticuore...
CON CHE PAROLE
Con che parole dirlo, se
nemmeno il cuore
nemmeno il sangue sotto la
pelle
han parole chiare per dirlo
per spiegarlo a questa
mente incerta
smarrita?
Con che gesti dirlo
se anche una stretta di
mano, a volte,
scivola via con imbarazzo,
a fatica?
Con che ansia, con che
gioia,
con che angoscia
incontrarti
che non congelino la mia
spontaneità
e sciolgano invece la
paura
di far capire quanto sono
fragile
assetata di cure, di
affetti?
Come chiederti scusa
per le libertà che mi sono
presa
se mostrarti il mio marcio
non devo
non voglio e non posso?
Di che amore amarti
che ti scaldi, ti
rassicuri
e non ti faccia paura
o rabbia, o pena ...o
disgusto?
Con che parole dirlo,
se parlare ci riesce così
male,
se le parole sono pietre
sanguinanti?
Addio, allora...
Doloroso comunque,
ora come ieri, come
domani.
Addio in silenzio
col ricordo di un ultimo incontrarsi
viziato solo (o forse
irrimediabilmente)
dall'affiorare di altri
ricordi
a turbarmi.
Addio a tutti,
sorrisi, calore, lacrime
strette di mano
incontri inattesi.
Addio grondante frammenti
di sogni
brani di conversazioni
attimo di convivenza
Io, oggi, vi posseggo
tutti.
Io... qui sola...
FEB NINETY-EIGHT
Ancora un'altra luna
Luna piena di febbraio
Bellissima
Notte di vento quasi
calda.
Ancora un'altra luna
Grondante bellezza e
malinconia
Primavera incombente
E ogni luna mi allontana
da te
Un po' di più
Ogni anno.
E tra poco ritornerò a
Parigi
Risentirò l'eco dei tuoi
passi
Il calore della tua mano
Un breve istante
Indecisa se stringere la
mia
O...
Tu che mi aspetti sul
divano
Che cammini al mio fianco
Che giochi con me
Che mi racconti
Che mi accompagni
Che ti allontani,
prigioniero
Immortalato sul muro in
una foto sottotono
Che mi sfiori la mano.
Ancora un'altra poesia,
Qualche rimpianto
La voglia di incontrarti.
E' colpa della luna,
Di questa luna piena di
febbraio
Così chiara
Così...
Così malinconica l'idea di
non uscire
A camminare nella notte
chiara
Di vento quasi caldo
Come avrei fatto anni fa
Ma di restare a scriverne
con le tende chiuse.
Un'altra luna, ancora,
Una delle tante passate
Una delle tante che
verranno.
Cosa
dedico a te?
Questo rimbambimento da
cotta sedicenne
Che mi lascia senza
parole?
Questo "vorrei, non
vorrei, ma se vuoi"?
Per sfiorarti (la mia
specialità) ti ho sfiorato,
per sorriderti ti ho
sorriso.
E allora?
E questa cosa che ho annidata
qui dentro?
Come la chiamo? Come ti
chi amo?
You didn't call
You smiled and then freezed my smile
I dream
And you live
And leave
Farewell
Bye bye
See you sun
At least (at last)?
Domani forse, insieme
Avremo ancora un sorriso,
Diremo parole strane.
Oggi è silenzio.
Da troppo
tempo, Andrea, purtroppo, sei
lontano
Peccato, questa volta
davvero ti ho perduto
Nel calore silenzioso di
un altro saluto
Nello sfiorarmi appena di
un'altra mano
Parigi galeotta, pioggia e
luce, troppa malinconia
Io sempre più fragile,
sempre più voglia di buttarmi via
Sempre meno vergogna a
farmi avanti per prima
Quasi troppo banale, come
una strofa in rima
Ora c'è un'altra luna,
un'altra notte d'incanto
Una di quelle notti da
riempire di pianto
Da gridare il tuo nome
finché c'è fiato in gola
E ritrovarmi in lacrime,
come sempre sola
Aver gridato invano,
perché non puoi sentire
Ma la voglia di te è
troppo dura a morire
Può bastare il calore di
un sorriso impaurito
O un qualcosa non detto, forse
non ben capito?
E appena il sole scende,
Buio e freddo,
Un gelo inquieto mi
stringe.
Appena questo strano
Primaverile sole di
novembre
Si abbassa dietro i tetti
È notte,
E mi manchi,
E mi mordo le labbra,
Perché di questo radioso
Pomeriggio di sole
Ho solo visto barlumi tra
i vetri,
Chiusa in casa impegnata
al lavoro,
Tentativo fallito di
rimettere a posto
Cocci e brandelli.
E poi affiori,
Lontano ma presente,
E mi scappa un sorriso.
che la notte torna
comunque
dopo giorni di sole
o di pioggia
sempre lo stesso è il buio
denso di paure nascoste
di mostri che strisciano
invisibili
di angosce difficili da
placare
io lo so
che ad albe gloriose
succedono impietosi
tramonti
non è il giorno
ma è la notte che è
inevitabile